Manutenzione degli edifici


rischio sismico unità misura

Gli edifici, come qualunque costruzione realizzata dall’uomo, sono soggetti ad invecchiamento, usura e degrado. La maggioranza degli edifici, non quelli nuovi, è costituita da un importante patrimonio costruito in pietra e in muratura, e caratterizza le città ed i piccoli centri urbani e rurali dell’Italia. Il patrimonio più recente è costruito in cemento armato. L’Italia (i Comuni) dovrebbe costruire un efficace quadro di conoscenza del patrimonio edilizio esistente per programmare interventi di recupero, riuso e ripristino oltreché interventi di rigenerazione urbana. La conoscenza del patrimonio esistente attraverso l’analisi tipologica (edifici storici, in aggregato, ed in pietra/muratura) consente di programmare interventi corretti a tutela dei caratteri identitari e della sicurezza urbana. Questo patrimonio, ovviamente necessità di una manutenzione perché l’interazione con gli elementi naturali, ad esempio l’acqua, causa degrado. Le infiltrazioni dall’alto (coperture  e pareti perimetrali verticali) e dal basso (fondazioni, muri controterra e cantine) sono la causa di cattive condizioni igieniche e degrado degli elementi strutturali. Il legislatore potrebbe aprire un istituto bancario pubblico per gestire le richieste di aiuti economici (sovvenzioni, fondo perduto, mutuo e prestito garantito) dei proprietari di immobili che non hanno le capacità economiche per pagarsi i costi di interventi complessi ma necessari per prevenire danni irreversibili e garantire l’incolumità delle persone. Buona parte dei proprietari non ha la disponibilità economica per pagare gli interventi (funzionali, tecnologici e strutturali) necessari per manutenere l’esistente, e ciò determina il degrado degli immobili. Gli interventi riguardano gli aspetti tecnologici, energetici e strutturali. Per gli edifici storici si possono realizzare interventi di miglioramento sismico e per tutti gli altri è possibile l’adeguamento sismico. Miglioramento o adeguamento sismico degli edifici esistenti significa spendere soldi per offrire normali condizioni di sicurezza delle costruzioni esistenti, mentre gli interventi di adeguamento tecnologico possano migliorare il comfort degli ambienti interni. Sono tanti, forse troppi, gli edifici esistenti arrivati a fine ciclo vita, mentre alcuni sono localizzati in aree a rischio sismico ed idrogeologico, pertanto appare ragionevole individuare e perimetrare gli ambiti di intervento secondo priorità tecniche per eliminare i livelli di pericolosità e l’esposizione delle persone al rischio. Dal singolo immobile/edificio che necessita interventi adeguati è possibile individuare interi isolati o parti di città da rigenerare.

La comunicazione mediatica contribuisce a creare confusione sull’uso dei termini influenzando e modificando la percezione dei concetti espressi, a meno che non si abbia un adeguato livello culturale. Ho già scritto che il termine innovazione non è sinonimo di miglioramento, e da molti anni si crede che la crescita economica in sé produca benessere, confondendo il progresso con la crescita, che consiste nell’aumento della produttività in un pianeta dalle risorse limitate e finite. La crescita continua della produttività, accelerata durante l’era moderna, ha sfruttato le innovazioni per accumulare capitali, e l’ha fatto utilizzando anche metodi e strumenti di degrado, come l’obsolescenza pianificata. In questo modo l’innovazione tecnologica e informatica in quanto tali non sono sinonimo di miglioramento quanto piuttosto di regresso civile e ambientale. L’impiego delle macchine ha favorito l’aumento della disoccupazione e le istituzioni politiche sono rimaste a guardare, anziché ripensare la società. Infine la concentrazione di capitali nelle mani di pochi ha sostituito la democrazia con l’oligarchia e sta contribuendo a riportare la società in un sistema feudale, costruito sui rapporti di vassallaggio con dinamiche di prevaricazione, esclusione sociale e marginalizzazione di intere comunità.

Durante questa regressione sociale e nel caos linguistico però ci sono stati anche dei miglioramenti che possono essere utilizzati dai cittadini. Da diversi anni c’è stata un’innovazione utile, cioè un cambiamento tecnologico che può produrre un miglioramento per l’ambiente se fosse diffuso sul territorio. Questo è accaduto nel campo delle tecnologiche per l’architettura. Da molti secoli i popoli consapevoli hanno saputo impiegare le materie e le risorse locali per costruire abitazioni capaci di dare un rifugio adeguato nonostante le avversità ambientali; basti pensare agli insediamenti umani nel Nord Africa e nel Medio Oriente, così come i villaggi nelle foreste amazzoniche. Tali pratiche costruttive tradizionali hanno la virtù di usare materiali locali sviluppando comportamenti sostenibili ma ignorano e trascurano le conoscenze meccaniche. Le sperimentazioni scientifiche hanno consentito uno sviluppo tecnologico in termini di prestazioni meccaniche (miglioramento) mentre l’economia inserita nell’ingegneria ha innescato una regressione culturale in termini di comfort ambientale (peggioramento). Parte degli edifici costruiti nel Novecento ha un deficit prestazionale ambientale, ed a questo si aggiunge il loro fine ciclo vita in termini di resistenza meccanica (prestazioni statiche). Negli ultimi decenni l’innovazione tecnologica nelle tecniche costruttive e dei materiali (tecnologia) ha conseguito risultati importanti rimuovendo gli errori progettuali del Novecento. Oggi la prassi progettuale degli edifici è pressoché perfetta. Le persone hanno uno strumento in più, e si chiama Fascicolo del Fabbricato che attesta lo stato dell’arte dell’edificio: l’età, le autorizzazioni, il sito, la statica (sono indicate tutte le strutture portanti), l’involucro (prestazione energetica), l’impiantistica e altro ancora. Il Fascicolo, oltre a tutti i disegni (rilievo geometrico, piante, prospetti, sezioni), include i certificati: abitabilità (agibilità), idoneità statica, impiantistica e classificazione energetica. Attraverso il Fascicolo del Fabbricato gli abitanti sono consapevoli delle condizioni del proprio immobile e possono programmare correttamente gli eventuali interventi correttivi, per migliore la sicurezza, ridurre i consumi, e sostituire elementi degradati. Con questo documento di conoscenza approfondita i proprietari possono programmare meglio la  manutenzione e accedere agevolmente agli incentivi e alle detrazioni previste. Il Fascicolo, in qualità di strumento di conoscenza consente di svolgere un’attività fondamentale per trovare rimedi, e persino salvare la vita umana favorendo interventi di adeguamento o miglioramento sismico.

Gli interventi per porre rimedio sono di due tipi: analisi della vulnerabilità sismica e la diagnosi energetica. Per intervenire è indispensabile il rilievo dell’edificio, cioè l’informazione fondamentale che mostra come agire consigliando anche il progetto (ristrutturazione, manutenzione …), dal rilievo e poi il progetto si ricavano i costi (computo metrico). Per gli edifici storici è necessario un rilievo finalizzato alla conservazione. Il primo intervento di analisi (vulnerabilità) e i relativi costi dipendono dal rilievo (valutazione dello stato di fatto), dal comportamento meccanico dei materiali costituenti la struttura (muratura, cemento armato, acciaio, legno) e dal contesto (progettazione e trasformazioni, valutazione del dissesto, degrado e difetto dei materiali, manutenzione e difetti di esecuzione, eventi eccezionali, ecc.). Dal punto di vista della sicurezza, lo Stato italiano è estremamente carente poiché non ha un programma di sostituzione edilizia degli edifici (che non alcun valore storico) arrivati a fine ciclo vita e che costituiscono un rischio sismico. Un ceto politico dirigente civile dovrebbe porsi questo tema come prioritario poiché l’edilizia costruita circa 70-80 anni è obsoleta, e la conoscenza di questo ambiente costruito è determinante per elaborare una strategia di rigenerazione urbana, prevedendo anche i trasferimenti di volumi.

Per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio sono necessari due requisiti: ambientale – controllo della temperatura, comfort, controllo dell’orientamento – e; tecnologico – isolamento termico, controllo dell’inerzia termica, controllo del fattore solare, controllo delle condense interstiziali, tenuta all’acqua, tenuta all’aria. Per i requisiti di carattere tecnologico i progettisti intervengono sull’involucro dell’edificio, mentre per i requisiti di carattere statico intervengono sulla struttura portante. L’involucro è l’elemento fisico che media fra ambiente esterno e l’interno dell’edificio, ed ha la funzione di controllare i flussi termici entranti e uscenti dell’organismo edilizio. Per intenderci, controllando l’inerzia termica (dipende dallo spessore del materiale, dalla capacità termica e la sua conduttività λ) e lo sfasamento dell’onda termica dell’involucro, si può intervenire ponendo l’isolamento “a cappotto” sulla parete esterna, e sulla copertura con isolamento all’estradosso, al fine di raggiungere accettabili livelli di benessere termico estivo e invernale. L’intervento migliore è l’aumento della massa muraria ma il “sistema a cappotto” è quello più economico e veloce.

Osservando gli strumenti giuridici nel corso degli anni, la stranezza (o stupidità) dell’azione politica del nostro legislatore è che ha dato priorità (incentivi fiscali) agli interventi sull’involucro edilizio e non alla struttura portante, dichiarando indirettamente che la vita umana è meno importante del risparmio energetico. E l’ha fatto con grande tranquillità poiché i cittadini stessi non sono affatto informati o preoccupati della sicurezza dei propri edifici, nonostante sia la nostra incuria ad uccidere quando la natura si manifesta con la forza sismica, o con un’alluvione che può favorire frane e allagamenti. Solo recentemente, il legislatore e il Governo, dopo l’ennesimo sisma che ha distrutto numerose abitazioni a Ischia, hanno approvato il cosiddetto Sisma bonus e la detrazione fiscale degli interventi di adeguamento sismico. L’incentivo della leva fiscale è utile ma non sufficiente, persino fuorviante, poiché nel corso degli anni le politiche liberiste hanno distrutto ricchezza e risparmio degli italiani, soprattutto del ceto sociale già debole e marginale localizzato al Sud, pertanto sono numerose le famiglie cadute in povertà, e queste non hanno capacità di spesa. Uno Stato civile crea un sistema bancario e finanziario pubblico con sovvenzioni per sostenere programmi e piani di rigenerazione urbana finalizzati anche alla prevenzione del rischio sismico e idrogeologico. In Italia, resta grave l’incapacità di controllare pianificazione urbanistica e attività edilizia sul territorio per evitare il fenomeno dell’abusivismo e della speculazione che produce sia danni sociali e sia morti consentendo di edificare ovunque, fregandosene delle conoscenze ampiamente diffuse circa i rischi territoriali.

Per avere un’idea verosimile del peso economico, e cioè degli investimenti necessari solo in Italia è sufficiente ricordare che il Governo stesso nel 2011, solo per intervenire sulla riduzione del rischio idrogeologico, stimò circa 40 miliardi di euro. Intervenire nelle 26 città in contrazione servirebbero circa 56 miliardi (stima a ribasso) per rigenerare i quartieri di edilizia moderna (il famigerato boom economico). Per la prevenzione del rischio sismico, nel 2013 gli ingegneri hanno stimato 93,7 miliardi per le case di tutti gli italiani, mentre l’Oice ha stimato 36 miliardi per interventi di adeguamento. Restando nel piano ideologico dell’economia del debito non ci saranno questi investimenti, basti osservare gli spiccioli a debito del famigerato piano Junker, ed è necessario, non solo ripristinare la sovranità, ma uscire dalla religione della crescita, poiché gli investimenti che servono alla specie umana non necessariamente creano un ritorno economico per gli investitori. La moneta dovrà essere a credito.

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11 pensieri riguardo “Manutenzione degli edifici”

  1. Articolo critico basato solo sulla teoria senza considerare la effettiva fattibilità, sia nel suo aspetto pratico che in quello sociale. Per intervenire in questo ambito, come in tanti altri casi, bisogna effettuare consistenti modifiche allo “status quo” e noi italiani siamo un popolo eccessivamente conservatore.

  2. L’ho scritto col chiaro intento di stimolare chi ha voglia di conoscere, e poi approfondire per conto proprio, fornendo un’idea verosimile dei costi riportando dati suggeriti dagli ordini professionali, dalle associazioni e dal Governo stesso. L’effettiva fattibilità dipende dalla volontà dei cittadini, dalla disponibilità economica privata, e dalla volontà politica dei Governi che possono aiutare i ceti meno abbienti. La vera critica alle istituzioni politiche, è l’aver abbracciato l’ideologia neoliberale che impedisce l’effettiva fattibilità [di qualsiasi cosa mi verrebbe da scrivere], questa è la mia opinione ovviamente. Per quanto riguarda il nostro ruolo (il popolo), credo che il più grande e grave problema sia il fatto che buona parte dei cittadini soffre di ignoranza funzionale, e anche in tal senso sarebbe auspicabile che un Governo consapevole e responsabile decreti piani e programmi per la formazione degli adulti.

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