Rischio frane e sismico


Fiumi ed orografia complessa del territorio non hanno impedito all’uomo di costruire i propri insediamenti urbani, pertanto sono tante le città italiane caratterizzate dalla presenza di un fiume, di un corso d’acqua e dalla complessità dei dislivelli di alture, colline, montagne e valli. E’ altresì noto il rischio idraulico e idrogeologico di questa complessità consolidatasi nel corso dei secoli, poiché gli agglomerati urbani ove trascorrere la propria esistenza, in base alle scelte passate (localizzazione geografica: montagna, pianura, costa…) e le tecniche costruttive adottate, presentano rischi più o meno calcolati che abbisognano di interventi manutentivi o scelte di cambiamento. Intervenire per ridurre tali rischi, cioè salvare vite umane, significa adottare un corretto piano urbanistico e tal volta le soluzioni migliori, cioè quelle più efficaci e durature nel tempo possono includere interventi radicali, cioè la demolizione di edifici e parti città; altre volte è possibile intervenire con vasche di laminazione per ridurre i rischi. Negli anni recenti, Amministrazioni locali occidentali e asiatiche hanno pianificato e realizzato interventi di rinaturalizzazione dei propri corsi d’acqua, coniugandoli e connettendoli anche con interventi di arredo urbano per consentire agli abitanti di tornare a vivere, in sicurezza, gli elementi naturali urbani ed aumentare la propria dotazione di spazi verdi.

L’Italia è fra i Paesi che meno degli altri ha saputo rispettare le proprie regole di pianificazione territoriale ed urbanistica, pertanto sono troppi i Comuni che presentano un rischio frane e sismico dettato dall’incoscienza degli uomini. Interventi rigenerativi per la sicurezza umana vanno programmati e realizzati.

Secondo il rapporto ISPRA 2021, la popolazione a rischio frane residente in aree P3 e P4 è costituta per il 13% da giovani (età < 15 anni), per il 64% da adulti (età tra 15 e 64 anni) e per il 23% da anziani (età > 64 anni). Le regioni con il numero più elevato di abitanti a rischio frane residente in aree PAI a pericolosità P3 e P4 sono Campania, Toscana, Liguria, Sicilia, Lazio ed Emilia-Romagna. Se consideriamo invece il rapporto tra la popolazione a rischio e la popolazione residente, le percentuali più elevate si registrano in Valle D’Aosta, Basilicata, Molise, Liguria e Abruzzo. Le regioni con le percentuali più elevate di anziani nella popolazione a rischio frane sono Emilia- Romagna, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Umbria. I valori più elevati di popolazione a rischio frane residente in aree a pericolosità P3 e P4 si registrano nelle province di Napoli, Salerno, Genova e Avellino e nei comuni di Napoli e Genova. Le province con percentuale di anziani nella popolazione a rischio frane maggiore del 30% sono Piacenza, Alessandria e Pavia.

ISPRA, superfici a pericolosità frana ed idraulica, 2021
ISPRA, popolazione a rischio frane, 2021.
rischio frane CorriereSera 26112019
Il 91% dei Comuni ha almeno un’area interessata; è in pericolo il 16% del nostro territorio. Rischio frane, fonte immagine Corriere della Sera, 26 nov 2019.
rischio sismico
Mappa del rischio sismico, fonte INGV.
mappa comuni a rischio sismico gen 2019
Classificazione sismica per Comune, fonte immagine Dip. Protezione civile, gennaio 2019.

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