Abbiamo bisogno del Sanicomio: sospendere il calcio per 24 mesi!


Se l’Italia è un Paese che non funziona come dovrebbe, molto probabilmente, le ragioni si trovano nella condotta e nei pensieri della maggioranza degli italiani, apatici e con problemi cognitivi. La società è l’espressione di una moltitudine di individui, una maggioranza di abitanti che ha problemi di ignoranza funzionale e non svolge più un ruolo attivo di cittadinanza per migliorare la società, ma vive l’individualismo e la competitività nichilista. Una parte consistente di italiani ha problemi cognitivi e costituisce quella massa manipolata dal mondo pubblicitario e politico, in maniera tale da condizionare negativamente la vita di tutti! Per intraprendere la strada della guarigione ci vuole una proposta di buon senso che abbia un’efficacia immediata, forte, quasi uno shock. Se da un lato le scelte politiche neoliberali aumentano le disuguaglianze sociali ed economiche, dall’altro lato i ceti meno abbienti, anziché organizzarsi per liberarsi, obbediscono passivamente ai capricci dell’élite. Il capitalismo nichilista ha sostituito la fede religiosa con la psicosi collettiva del calcio, una gravissima patologia sociale che trasforma gli individui in bambini aggressivi e violenti facendo sprecare importanti energie mentali che andrebbero indirizzate altrove: civilizzazione. Si tratta di un processo di infantilizzazione degli adulti, i quali si dividono fra fazioni, e spesso litigano poiché immaturi ed ignoranti funzionali, sostenuti dal sistema mediatico che alimenta l’odio nelle menti deboli, confondendo il tifo per la propria squadra con l’identità delle singole comunità, riducendo il tutto ad uno schema infantile e semplificato: squadre = comunità rappresentate in conflitto, quando nella realtà non sono contrapposte. Appare grottesco scriverlo ma l’identità della comunità è ben altra cosa che nasce nella storia quando il calcio non esisteva, ovviamente, ma questo al sistema massmediatico non interessa poiché alimentare l’odio, la denigrazione, il dileggio, l’insulto ed il delirio consente di aumentare il fatturato prodotto dalla pubblicità. L’imbarbarimento delle tifoserie è l’energia che alimenta i talk televisivi, la vendita di giornali, le società di calcio e la pubblicità stessa. Il calcio è riciclaggio, doping, truffe, un peso economico per chi paga le tasse e rappresenta un modello negativo di società gravemente malata che divide le comunità anziché unirle. Le società di calcio “sprecano” risorse milionarie in attività socialmente inutili e dannose poiché i bilanci probabilmente rappresentano cifre da riciclare, come dimostrano le inchieste ed i bilanci passivi. I milioni bruciati (riciclati) potrebbero costruire ospedali, scuole, biblioteche, servizi sociali e assistenza agli anziani ma per l’appunto sono bruciati, ed è la fotografia dell’immoralità tossica e dannosa. Le inchieste giudiziarie hanno dimostrato che FIFA e UEFA sono costruite sulla corruzione, ormai endemica. La società capitalista e nichilista ha rotto l’ascensore sociale, favorisce le disuguaglianze, si alimenta di invidia sociale e stimola migliaia di genitori nel condurre i propri figli agli allenamenti dei settori giovanili, nella speranza che il proprio figlio entri nel “giro che conta” per firmare contratti milionari. Si tratta di una mercificazione dei bambini, effetto della società capitalista ove non conta la cultura e la tempra morale di una persona, ma i soldi che riesci ad accumulare nel modo apparentemente più semplice e veloce possibile. Il calcio, essendo un’attività che richiede abilità fisiche e non intellettuali, è considerata da molti una strada più semplice per raggiungere l’emancipazione economica e sognare un’esistenza da milionario, poiché studiare è sicuramente un impegno di gran lunga più difficile, tortuoso e complesso. Nell’epoca della decadenza, lo studio è considerato un impegno inutile; ma questo è lo schema egoistico-competitivo insito nel capitalismo che disprezza la civiltà e l’umiltà, e chi si impegna per migliorare la comunità. Sembra un paradosso ma non lo è: quando una società non è più comunità, ma l’aggregato di individui avidi ed egoisti prevalgono i modelli aggressivi-competitivi degeneranti proprio come il calcio, non più sport ma strumento di controllo sociale e di riciclaggio. Lo scopo non è lo sviluppo umano ma creare ricchezza dal nulla sfruttando l’assenza di regole e di controlli efficaci alimentando l’imbarbarimento e la soggiogazione degli individui, ben lieti di seguire le squadre di calcio e dare libero sfogo alle proprie frustrazioni in manifestazioni di delirio, che tal volta scadono in disordini pubblici, danni, violenze ed anche uccisioni.

Bisogna sospendere il calcio professionistico dalla serie A fino alla C almeno per 24 mesi, e usare gli stadi come agorà di dibattito pubblico sullo stato del Paese, sul territorio, sui diritti, sull’uso razionale dell’energia, sulla sovranità e la democrazia. Sospendiamo il mondo dell’immoralità per avviare un percorso pubblico di rigenerazione civile, per fermare il riciclaggio e le speculazioni, e scoprire la bellezza del nostro Paese, il piacere del dialogo democratico e scoprire come raggiungere l’auto sufficienza energetica sfruttando le fonti alternative, la sovranità alimentare, e lo sviluppo della resilienza. Lo sport va riformato inserendo i massimali di costo per le società al fine di eliminare il riciclaggio; ed i costi vanno parametrati (per categorie) riportando lo sport nell’alveo dei principi di lealtà ed economicità con valutazioni etiche, poiché uno sportivo partecipa ad un gioco e non può guadagnare più di un medico, un insegnante, o un rappresentante di un’istituzione politica. Un libero professionista, che ha un’utilità sociale, ha un limite sulla propria prestazione, e così anche gli sportivi dovranno avere un limite sui propri profitti personali adeguandoli all’attività di gioco che svolgono, poiché si tratta solo di sport, e usando i salari medi dei dipendenti pubblici europei come riferimento. Un Presidente di una società sportiva non può speculare sui propri tesserati come avviene nel calcio truffando i bilanci attraverso le famigerate plusvalenze, da eliminare introducendo i massimali di costo sui “cartellini” (parametrati per categorie), e realizzando un’anagrafe pubblica (contratto collettivo) da consultare per contattare lo sportivo direttamente ed eliminare il ruolo dei procuratori, oggi inutili e dannosi. Nella sostanza si tratta di abbassare il costo totale del sport e del calcio poiché in un mondo dove le persone fanno fatica a raggiungere la fine del mese è stupido ed immorale il fatto che una società debba acquistare un calciatore di serie A per 500 mila euro, tutto ciò è intollerabile.

L’Occidente è in crisi poiché il capitalismo implode su stesso. Sospendiamo il calcio e lo salveremo da se stesso, riportandolo nel mondo dello sport, facendolo uscire dal mondo dell’immoralità.

Pensiamoci, in un sol colpo arrestiamo uno spettacolo che ricicla danaro sporco, usa il doping, è gestito da società con bilanci falsati, è di cattivo esempio per i giovani, ed è economicamente dannoso per lo Stato. Il legislatore ha il dovere di intervenire per restituire trasparenza e dignità allo sport più seguito dagli italiani, ma distrutto dalla pubblicità e da presidenti imbroglioni pronti a sfruttare le falle del sistema per il proprio tornaconto personale. La maggioranza degli individui toglie attenzione alla propria vita per seguire un gioco truccato, dove bipedi in mutande e senza valori, incassano molti più soldi di tutti i migliori scienziati e ricercatori del mondo. E’ tutto alla rovescia! Privilegiati senza merito sono ammirati dalle masse, mentre le persone con qualità morali sono trascurate, isolate e allontanate dalle istituzioni.

Nello stesso tempo, gli stadi saranno strumento di dialogo per rimuovere questa è altre malattie sociali, e stimolare processi di partecipazione civica al bene comune. verso Pensiamoci, avremmo l’opportunità di conoscere la vera democrazia: il governo del popolo e potremmo ascoltare l’opinione di persone libere per accedere a conoscenze tenute nascoste dall’élite. La domenica, con tutta la famiglia andremo allo stadio per crescere spiritualmente e culturalmente anziché regredire allo stato infantile come avviene oggi, ditemi se questa non è una buona idea?

2 pensieri riguardo “Abbiamo bisogno del Sanicomio: sospendere il calcio per 24 mesi!”

  1. Devo ammettere che faccio fatica a definire “lobotomizzato” chi riesce a farsi pagare milioni di euro per farsi vedere in mutande a rincorrere un pallone…
    A parte questo, integrerei la tua proposta in questo modo: organizzare ad ogni livello incontri calcistici veramente acchiappanti per gli appassionati, pubblicizzare ed enfatizzare l’importanza di assistere alle partite, permettere l’entrata negli stadi a chiunque gratuitamente e offrire compensi per far portare amici, dare l’avvio alla partita, chiudere i cancelli e murarli definitivamente, chiudendo anche il tetto. Dopo e solo dopo, trovarsi, magari sui nuovi tetti degli stessi stadi, per iniziare a discutere (a quel punto solo tra coloro che non saranno dentro gli stadi) di energie alternative, sovranità, democrazia etc…
    P.S.: magari, come prima cosa da mettere in discussione, potrebbe esserci la decisione se rifornire di acqua e cibo le persone rimaste dentro gli stadi…

  2. Ci troviamo in uno show enorme dove banchieri e manager impongono direttive ai popoli oppressi dall’invenzione del debito pubblico + gli interessi. La distruzione della scuola e dell’università asservita alle SpA hanno fatto il resto. Siamo totalmente smarriti, non sappiamo più chi siamo e dove ci troviamo, grazie alla programmazione mentale servita dalle televisioni. Gli adolescenti si atteggiano come adulti di 30-40 anni e gli adulti sono regrediti a livello quasi infantile, svolgiamo lavori socialmente inutili per pagare mutuo, bollette, auto e non ci rimane nulla per iniziare a vivere da esseri umani.
    Bisogna fermare il Paese e cominciare a parlare, parlare con l’obiettivo di mettere a posto le nostre vite e ricostruire le comunità partendo da zero: cibo, casa, vestiti, amore, passioni, tempo libero, libri.

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