Candidarmi alle elezioni europee?


Ho un sogno comune a tutti voi: cambiare la società, e vorrei cambiarla dalle fondamenta durante questo passaggio epocale, la fine dell’era industriale e l’inizio di una nuova che possiamo scrivere insieme. Ci sono una serie di analisi che vorrei condividere a tutti quelli che hanno voluto mostrarmi un attestato di stima rispondendo alla domanda se dovessi candidarmi o meno alle prossime elezioni europee 2014. Ritengo che io debba dirvi ciò che sento e provo per quel progetto di casa comune che sogniamo da tanti anni. Il sogno è vivo, e si aggiorna continuamente. Un’analisi importante riguarda la memoria di questo percorso che stiamo facendo, e il valore dell’integrità e la coerenza politica rispetto alle idee ed ai valori in cui crediamo, e su cui si è fondato questo percorso. Per capire bene chi siamo e dove stiamo andando è doveroso accennare ad alcuni passaggi storici del movimento, e molti di questi li ho vissuti personalmente. Il sogno che ho è costruire una democrazia matura, ove i partiti personali non esistono più, ed ogni cittadino meritevole e capace potrà esprimere liberamente la propria arte a servizio del bene comune.

A mio avviso un obiettivo del M5S doveva/dovrebbe essere quello di avvicinare la politica ai cittadini e viceversa, e non avvicinare i cittadini alle poltrone senza verificarne l’integrità morale e le giuste capacità. Negli ultimi tempi c’è molta confusione fra politica e poltrone, e c’è una crisi interna al movimento. La crisi è figlia di un’immaturità degli individui e per l’assenza di un’organizzazione efficace che ha fatto emergere i “giganti” della politica, grazie a un sistema pseudo-feudale. Eppure gli errori furono previsti, ad esempio sin dall’agosto 2012, nel portale ufficiale del M5S, chiesi di introdurre un criterio di pre-selezionare degli autocandidati da mandare a Roma, questo per misurare il livello culturale degli aspiranti parlamentari, suggerendo di dare un’idoneità, usando un minimo di merito e democrazia. Invece in maniera del tutto inaspettata G&C hanno deciso di scegliere i parlamentari fra i non eletti alle amministrative, tradotto con linguaggio grillesco: abbiamo mandato a Roma i trombati delle amministrative. Poi è successo che c’è stata una scarsa partecipazione alle parlamentarie. Nascondere questo errore è imbarazzante, poiché i nostri parlamentari nella sostanza non hanno avuto alcuna legittimità politica dalla base elettorale. In seguito, il sistema del porcellum e la campagna elettorale hanno sancito la nascita di un nuovo leader politico: Beppe Grillo! Il consenso politico del M5S non è stato raccolto attraverso internet, ma dalle piazze e dall’amplificatore dei media tradizionali: televisioni e carta stampata. Tutt’oggi se confrontiamo la partecipazione fra gli iscritti al blog beppegrillo.it e le primarie del PD, il raffronto è imbarazzante. Sicuramente pesa molto il digital divide ed il mezzo internet non va disprezzato, ma valorizzato. Dal punto di vista della legittimità politica e della vera democrazia, G&C dovrebbero riflettere sul fatto che escludere forme tradizionali di partecipazione (elezioni primarie vere, e assemblee legittimate da G&C) sia un autogoal per il M5S, poiché non riesce ad attrarre risorse umane che possono migliorare la società. Sembra che G&C credano nell’illusione politica che con la sola rete di internet e il ruolo del portavoce si possa proporre un nuovo modo di fare politica. Ma la storia e la tradizione democratica mostrano che non è così, poiché la politica è fatta dagli uomini e non dalle macchine. Grillo da uomo di spettacolo lo sa bene, i consensi sono arrivati grazie a lui, poiché ritenuto credibile e quindi depositario della fiducia degli elettori. Il fatto che i partiti tradizionali siano in crisi da trent’anni non legittima la scelta che è stata fatta, anzi aggrava la situazione italiana poiché il M5S corre il rischio inutile di affidare ruoli istituzionali a persone inadeguate ed a volte imbarazzanti. Un movimento politico come il M5S che raccoglie consensi politici dal disagio del Paese dovrebbe fare l’opposto di quello che ha fatto, e cercare di garantire una qualità dell’azione politica, scartando metodi selettivi irresponsabili. Fossi stato al posto di G&C dal giorno seguente, del risultato di febbraio 2013, mi sarei preoccupato di costruire un nuovo approccio selettivo avviando una scuola politica interna per formare candidati migliori per le future gare elettorali, così non è stato.

Adesso, a pochi giorni dalla consegna delle liste per le elezioni europee, nonostante l’errore marchiano delle elezioni politiche il portale ci invia un’e-mail per la candidatura, senza che il M5S selezioni le persone rispetto alla loro storia personale. Nel M5S gli aspiranti candidati emergono da un sito internet senza che qualcuno abbia definito un’idoneità politica rispetto ai valori etici, al programma, alla formazione individuale e agli obiettivi condivisi. Si crede illusoriamente che  la tecnica della followership sia un passo in avanti per orientare gli eletti sulle scelte da fare, una tecnica che nei sistemi di democrazia diretta non solo non esiste, ma è inutile poiché i cittadini decidono senza alcun filtro, e nei tempi lenti e giusti della vera democrazia per consentire una corretta informazione. Nel M5S non c’è nessuno che si prenda la responsabilità politica di capire se i futuri parlamentari avranno la stoffa politica necessaria a raggiungere gli obiettivi che coinvolgono il popolo sovrano, e non si capisce quale sia la strategia politica del M5S. Anzi la responsabilità della scelta viene rigettata agli iscritti stessi attraverso un modello simile ai talent televisivi. Ho cliccato SI per la curiosità di vedere i passaggi successivi, ma non firmerò alcun contratto irrazionale, illegale e incostituzionale come quello che ci viene imposto in maniera unilaterale, poiché puoi candidarti nel M5S se e solo se scambi la tua integrità in cambio di un posto in Parlamento. Credo nei valori della democrazia e per questo motivo rispondo NO, e non credo in un sistema informatico elettorale non trasparente, poiché server, software e gestione non sono nella mani del movimento stesso, ma sono nelle mani di un’azienda privata che abitualmente non si confronta con gli attivisti, e lo fa solo quando gli fa comodo. L’atteggiamento contrattuale è abbastanza evidente, noi G&C non ci fidiamo di voi, e dovete affidarvi a noi perché noi facciamo politica, mentre voi siete a nostro servizio; pertanto firmare un atto illegittimo è un gesto di fede, non un rapporto di stima e lealtà reciproca. Se G&C hanno bisogno di sapere cosa sia la recall e come si attua veramente, sono a loro disposizione. Non intendo deludere le aspettative di tantissimi cittadini che hanno chiesto la mia candidatura manifestandomi un pieno attestato di stima e per questo li ringrazio tanto, ma è necessario fare chiarezza sul reale funzionamento del movimento. Ieri sera a Parma abbiamo svolto l’Assemblea dedicata al tema delle europee e francamente sono sconcertato dall’atteggiamento autoreferenziale di alcuni cittadini; atteggiamento legittimo ma non lo condivido, che hanno deciso di candidarsi cliccando SI senza che questi abbiamo mai dimostrato di aver speso tempo ed energie per il progetto politico, dunque questa è la selezione del movimento, prima mi candido e poi faccio qualcosa per quel progetto, che bell’esempio, ed è la medesima dinamica avvenuta per le politiche nazionali. A mio avviso, non ci vuole coraggio e coerenza per cliccare SI, e poi andare a firmare un contratto immorale, a mio avviso ci vuole più coraggio e coerenza nel dire NO a un modo di intendere la politica, autoreferenziale dal basso e  aziendalistico padronale dall’alto, per tale modello c’è già Berlusconi, ed è ora di dire basta, è ora di tenere la schiena dritta e cambiare la società partendo da noi stessi, dai nostri comportamenti.

Poiché credo nei valori di cui parlo (decrescita felice e democrazia) ritengo di dover prendere le distanze da questi comportamenti. Da tanti anni invano chiedo che il M5S si occupi di formazione politica culturale al fine di avere dipendenti nelle istituzioni, capaci di realizzare quel cambiamento che in tanti auspichiamo. Da sempre chiedo che ci siano procedure e strumenti condivisi per applicare la democrazia interna e stimolare una migliore azione politica. Dopo tanti anni prendo atto che queste sensibilità non appartengono né alla maggioranza degli attivisti/eletti e né a G&C. Da tempo sappiamo bene che il clima nel gruppo parlamentare non sia affatto ideale, anzi ascoltando le testimonianze sembra che alcuni si divertono a produrre dossier, intimidire i colleghi, e impiegare energie mentali in attività indegne opposte allo spirito del M5S stesso. Sembra che il M5S stia prendendo una deriva estremista, e stia deragliando dal mandato politico elettorale. Gli obiettivi iniziali che condivido al 100% sono passati in secondo piano, ed il movimento sta arruolando persone e personaggi che rappresentano l’opposto dei contenuti espressi nei monologhi di Beppe Grillo. Il disinteresse di G&C nei confronti di ciò che accade nei territori è l’opportunità per sedicenti eletti/attivisti autoreferenziali nell’usare il movimento stesso per attrarre galoppini utili alla propria carriera personale, e questo aspetto degenerativo interno è tipico dei partiti tradizionali. In alcune aree geografiche il M5S andrebbe commissariato poiché è nelle mani di persone inaffidabili, nella migliore delle ipotesi. Ad oggi l’atteggiamento e la gestione del M5S coincidono con un certo tipo di modello aziendale, molto verticista sugli aspetti determinanti delle scelte politiche e totalmente libero/autogestito su aspetti ininfluenti (elezioni comunali, gruppi locali e meetup). Inoltre sembra che esista un cerchio magico anche nel M5S, e questo allontana persone che potrebbero e dovrebbero migliorare il progetto politico del M5S.  Un cerchio magico che da cattivi consigli a G&C.

Coerentemente con quanto auspico da tanti anni, ritengo che la buona politica si faccia con la cultura, col sacrificio e la sperimentazione, e non col primo che si presenta mettendoci la faccia, perché questo non è un criterio di merito, ma un criterio del cacchio. Non prevedendo il merito, si favoriscono avventurieri ed opportunisti, e personaggi del tutto autoreferenziali, e così si alimentano tutta una serie di problemi e conflitti interni, che possono essere ridotti all’osso, se e solo se si fosse puntato subito alla sperimentazione della democrazia interna e sui percorsi ad hoc per sviluppare abilità e capacità tramite la cultura politica interna, e sul sistema di rete. Il M5S dovrebbe diventare un’organizzazione a rete, e sperimentare le procedure di democrazia, quella vera. Non si tratta di costruire un partito politico verticista, più o meno di quanto non lo sia già oggi, ma si tratta di andare nella giusta direzione e dotarsi di un’organizzazione orizzontale efficace per fare politica attraverso la ricerca delle sperimentazioni democratiche che possono darci una maggiore qualità dell’agire politico. Tutto ciò se si tiene alla reale partecipazione politica che mira ad includere i talenti, piuttosto che allontanarli come avviene oggi. Il coinvolgimento di talenti avrebbe favorito la crescita qualitativa del movimento stesso. Quando accadrà che i vertici decideranno di avviare questa rete, sarò ben lieto di partecipare anche alle gare elettorali partecipando a vere elezioni primarie interne, fino ad allora darò il mio umile e modesto contributo più o meno di quanto non abbia già fatto in questi nove anni di volontariato. Sono convinto che gli attivisti/candidati del M5S debbano legittimarsi politicamente praticando una scuola politica interna, e che debbano dimostrare il loro valore politico sul campo (non dopo dentro le istituzioni, ma prima), attraverso un normale confronto democratico che può accadere in ambito locale/regionale/nazionale. Tutto ciò nel M5S non è mai accaduto, e gli eletti sono selezionati per caso o cooptati, siamo sinceri, su dinamiche interne basate anche su relazioni amicali, di simpatia/antipatia e di opportunismo politico. In questa fase, poiché gli eletti non hanno svolto quel naturale percorso di legittimità politica dal basso, e poiché sanno di non avere la fiducia degli elettori come ce l’ha Grillo, essi sgomitano per avere la visibilità nei media che gli può consentire di conservare la poltrona donata da Grillo stesso. Queste dinamiche non dovrebbero appartenere al M5S, ma oggi ci sono e sono evidenti, e quindi anche per questo motivo le “competizioni” cooptative non dovrebbero attirare cittadini che credono nel progetto del cambiamento, quello vero che parte prima da noi stessi. Gli iscritti non avranno il tempo e il modo di misurare il merito, le idee e le capacità dei candidati. Tutti dovrebbero avere le medesime opportunità, e gli iscritti dovrebbero conoscere i candidati nel senso politico del termine. L’approccio e le regole delle modalità delle parlamentarie politiche furono quelle televisive, ed anche oggi si ripete lo schema. E’ assurdo che un movimento politico che millanta e si vanta di usare il modello internet per fare politica, poi nella realtà questo stesso movimento adotta i tempi ed i modelli televisivi per selezionare i propri candidati. Internet da l’opportunità di cancellare spazio e tempo, e la parlamentarie del M5S costringono gli iscritti a dare “giudizi” con la tempistica di un telequiz. Ma ci rendiamo conto che già oggi internet consente a tutti noi, con un click, di arrivare a conoscere menti, idee e personaggi interessanti per migliorare la nostra società attraverso la blogosfera, e i social media? E cosa fa il M5S, in un tempo brevissimo si limita a chiedere agli iscritti se preferiscono Tizio o Caio? Probabilmente gli iscritti non sanno neanche chi siano Tizio e Caio, cosa abbiano fatto per gli obiettivi del M5S! Nessuno è messo nelle condizioni di conoscere e approfondire la storia di Tizio e Caio, nessuno secondo le proprie sensibilità, quelle che ognuno ritiene prioritarie, e quelle che il M5S stesso ritiene prioritarie, e quindi ancora un volta sarà la casualità/cooptazione a determinare la selezione nella migliore delle ipotesi; mentre le menti migliori, forse, non sono neanche iscritte al portale del M5S.

Per quanto riguarda le elezioni europee non ho capito quale sia il progetto politico, e cosa dovrebbe fare un parlamentare per conto del M5S?! I sette punti indicati a Genova? Punti che non sono stati proposti, discussi e votati dalla base. Quei punti sono palesemente contraddittori e alcuni sbagliati. Ad esempio, togliere il pareggio di bilancio è di competenza del Parlamento italiano che l’ha inserito in Costituzione (art. 81). Il M5S o forse bisognerebbe dire Grillo&Casaleggio, visto che i sette punti li hanno proposti loro, non hanno l’obiettivo di superare l’economia del debito, anzi proponendo gli euro bond dimostrano di essere quanto meno contraddittori, euro bond che dovrebbero essere coperti con le riserve auree della Banca d’Italia, insomma un danno per gli italiani. Certo gli euro bond, proposti illo tempore da Tremonti, cancellano lo spread, ma perché nel tuo blog parli del debito odioso? Forse sarebbe più corretto e coerente proporre prima l’azione legale del debito odioso, e poi uscire dall’economia debito, non credete? Attraverso un contratto illegale G&C chiedono un attestato di fede su sette programmatici imposti unilaterlmente, i punti sono contraddittori con quanto propaganda Grillo stesso, e sui quali qualcuno, non si sa bene come, potrà addirittura chiedere la revoca del mandato e imporre una sanzione, francamente questa faccenda come minimo è ridicola. Grillo parla di un’altra economia e usa i contenuti della decrescita felice, ma poi i suoi obiettivi di programma sono ambigui. La proposta di referendum sappiamo essere inutile, poiché è possibile solo una consultazione, poi decide sempre il Parlamento, e quindi bisogna avere la maggioranza parlamentare a Roma. Poi se si vuole cambiare l’UE all’interno delle istituzioni, bisogna tener conto che l’Ue lavora col principio della co-decisione, e che il Parlamento ha meno poteri di Commissione e Consiglio d’Europa, composto dai Governi degli stati membri. Con l’elezione del Parlamento cambierà anche la Commissione composta dai delegati nominati dagli Stati membri, e la Commissione ha il potere di iniziativa sulle direttive. Tutto ciò lascia intendere che ci vorrebbe una maggioranza politica per ogni Stato membro che compone la maggioranza politica nel Parlamento e nel Consiglio d’Europa, cioè ci vorrebbe una maggioranza politica transfrontaliera per avviare il percorso che porta alla ridiscussione dei Trattati. Insomma, dal punto di vista dell’azione politica sembra sia più facile uscire dall’euro zona, piuttosto che cambiare l’UE stessa dall’interno. Ciò non toglie che avere un voce critica interna al Parlamento non sia utile, anzi, ma si tratta di una voce singola poco coordinata con gli altri gruppi politici.

Dal punto di vista della strategia esiste un’altra strada per condizionare l’UE, e cioè coordinare l’azione politica dei paesi periferici e ottenere singoli obiettivi su MES, fiscal compact e patto di stabilità e crescita. Il M5S dovrebbe vincere le elezioni nazionali e far pesare la gestione del proprio debito estero mettendolo in discussione, e suggerendo la medesima strategia agli altri paesi periferici al fine di cambiare la natura fiscale di tutta l’UE, e cambiare le funzioni della BCE, della BEI e delle stupide regole contabili per superare l’economia del debito. M5S dovrebbe introdurre il principio della moneta fiat money per gli investimenti socialmente utili, e quindi essere liberi dal condizionamento dei famigerati mercati finanziari che inseguono la religione della crescita infinita, poiché il capitalismo giudica la convenienza degli investimenti rispetto al PIL, mentre lo Stato investe a prescindere secondo i bisogni reali dei cittadini. Bisognerebbe cambiare la natura dei Trattati togliendo il neoliberismo, e farli somigliare più alla Costituzione italiana che prevede la garanzia di uno stato sociale, e bisognerebbe puntare alla tutela de beni comuni, separando il concetto di bene da quello di merce e suggerire il concetto di valore non associato al lavoro, poiché non tutti i lavori sono utili. Tutto ciò non rientra nel programma del M5S che parla di strani sette punti, e questo mi lascia molto perplesso. Queste elezioni alle europee saranno solo una consultazione per capire se accelerare o meno sui progetti in corso d’opera, ed i trattati commerciali transatlantici rappresentano la dimostrazione del fatto che l’élite del WTO non ha ostacoli poiché ha ed avrà diversi fedeli nella Commissione e nel Consiglio.

Cosa dovrebbe diventare il M5S: il mio consiglio è che le risorse economiche del movimento siano concentrate su un progetto politico di ampio e lungo respiro, con un progetto organico ed omogeneo rispetto agli obiettivi annunciati. In Italia manca uno strumento democratico vero, un partito o un movimento sinceramente a servizio dei cittadini, e questa assenza impedisce la partecipazione politica di tutti quei cittadini onesti, capaci e meritevoli che potrebbero cambiare le sorti del Paese. La realtà sociale ed il futuro degli italiani non dipendono dalle prossime elezioni europee e non dipendono neanche dal M5S stesso. Gli italiani hanno bisogno di costruire un percorso al processo decisionale della politica nuovo e diverso, e fino ad oggi M5S non è stato all’altezza di questa aspettativa, il M5S è una speranza, non un progetto politico maturo ben costruito. A mio avviso la speranza deve trasformarsi in un progetto serio e concreto. Se io fossi al posto di G&C, sposterei le risorse mentali ed economiche nel costruire domani mattina una scuola politica che consenta ai cittadini italiani, non solo gli iscritti ad un blog, di partecipare ad un percorso ove si possano apprendere abilità e capacità per costruire una società fondata su nuovi paradigmi culturali. Già questa proposta mostra una visione diversa dall’attuale M5S, che non si limita a fare da sponda politica all’azione di chi governa, ma lavora sul territorio per favorire la nascita di un futuro migliore. I cittadini devono poter conoscere nuovi modi di partecipare, progettare, costruire, auto produrre e scambiarsi le eccedenze al di fuori del mercato monetario e mercantile. Anche gli eletti 5 stelle, mi danno l’impressione, spero sbagliata, di girare a vuoto e di non rendersi conto che hanno a disposizione l’opportunità di usare le ingenti risorse finanziarie di cui godono per fare qualcosa di diverso, ma non lo fanno forse perché non se ne rendono conto, visto il clima poco costruttivo, o perché non vogliono, o perché gli è impedito, francamente non lo so. L’Italia ha circa 8092 Comuni con le loro rappresentanze politiche da formare, e questo vale anche per i loro dirigenti e funzionari che vivono nel paradigma sbagliato, vogliamo farglielo sapere? Nessun partito politico ha pensato di divulgare in maniera efficace e capillare il cambio di paradigma culturale di cui noi tutti abbiamo bisogno, e stiamo sprecando energie nella direzione sbagliata poiché ci limitiamo a fare la corsa per prendere le poltrone quando il potere di cambiare il corso della storia, se abbiamo la coscienza per farlo, c’è già. Le Regioni fanno leggi ed hanno il potere politico a la responsabilità di realizzare i cambiamenti necessari, allora mi chiedo, ma perché il M5S non pianifica, prepara, forma e seleziona persone talentuose? E’ necessario che il movimento si dia una bella svegliata sull’organizzazione interna gestita dagli attivisti/iscritti per approdare in ambiti più umili, seri e professionali.

Per cui mi sarei candidato alle europee senza alcun dubbio e l’avrei fatto nel M5S per il M5S; caro Beppe quando deciderai di rinunciare a certi atteggiamenti e faremo nascere il movimento di cui abbiamo bisogno, fammelo sapere, e andremo tutti insieme, da pari, a mostrare la straordinaria opportunità di una nuova società, più equa, più giusta, più bella, più sostenibile e mostrare come noi nel M5S siamo coerenti con quello che promettiamo. Arrivederci caro Beppe, ti abbraccio Peppe Carpentieri, uno dei tanti che con umiltà e spirito di sacrificio ha inventato il movimento, consentimi di dirtelo: quello vero.

11 pensieri riguardo “Candidarmi alle elezioni europee?”

    1. Sono a disposizione del gruppo, non dipende da me, da noi funziona così. Adesso se gli iscritti in ER ritengono che io debba andare avanti, prenderò atto di dover portare avanti il valori del vero M5S, se questo mi sarà permesso, altrimenti sto bene dove mi trovo. Da noi c’è la democrazia!

      1. Comprendo ed apprezzo le modalità ed i metodi parmensi legati alla democrazia e trasparenza ma in caso tu ottenga il consenso e l’appoggio ti dovrai ad un certo punto scontrare con la modalità di Beppe Grillo che chiede agli eletti di sottoscrivere privatamente una sorta di contratto capestro con tanto di clausola vessatoria davanti ad un notaio. Se lotterai affinchè venga abolita questa assurda (illegale ed incostituzionale) modalità privatistica e vessatoria, avrai la mia piena stima. In caso contrario, ciò che hai scritto nel post è sicuramente di buon senso e di valore, ma resteranno parole inascoltate (come tante) nel M5S anzi, potrebbe anche infastidire a qualcuno. In bocca al lupo.

  1. condivido parola per parola…. con l’unica differenza di essermi candidato lo stesso perché voglio almeno provare a contrastare i “sedicenti eletti/attivisti autoreferenziali nell’usare il movimento stesso per attrarre galoppini utili alla propria carriera personale” …

      1. Come ti ho risposto prima, da noi (Parma) esiste una modalità diversa dagli altri gruppi, e ci si confronta. La mia opinione circa il metodo, è ampiamente raccontata in questo post, e quindi chi sceglie di mandarmi avanti lo fa sapendo che esiste anche la mia integrità morale che mi impedisce di firmare contratti illegali. Penso che il M5S dovrebbe imparare a rispettare l’etica e il principio di legalità evitando di fare proposte demagogiche, perché non è questo il modo di garantirsi dipendenti coerenti col programma. Come avrai intuito a me non interessano le poltrone, e se il mio esempio servirà a far riflettere sarò molto contento nell’esserci riuscito. Gli obiettivi politici si raggiungono scegliendo anche le persone giuste, col metodo corretto, e con la scuola politica, tanta formazione e spirito di sacrificio.

  2. Voglio ringraziare tutti coloro i quali in queste poche ore hanno intasato la mia posta elettronica, la mia pagina FB, mostrandomi pubblicamente un attesto di stima per il mio impegno civico. E voglio anche tranquillizzare coloro i quali, pochissimi per la verità, pensano che si possano creare dissidi interni al M5S vista la mia coerenza ai principi di legalità (dovrebbero essere felici di sapere che ci sia qualcuno che tiene al principio di legalità, ma questo è un altro discorso). Non ho alcun pregiudizio personale nei confronti di G&C, anzi è innegabile il valore dell’azione di Beppe in tutti questi anni, e il mio impegno personale dovrebbe essere una garanzia di coerenza politica molto più di persone salite sul carro del vincitore, ma lasciamo perdere. Dovremmo imparare a distinguere la politica dai personalismi e dall’autoreferenzialità, ed anche su questo aspetto, dobbiamo fare ancora molta strada. Vi ringrazio prima che si conoscano i risultati, perché a me non interessa il risultato in quanto tale, la mia visione politica si sposta in avanti e c’è ancora tanto da fare in Italia e per l’Italia, e soprattutto sui temi che pubblico da tanti anni, sul mio diario e nelle modeste pubblicazioni che condivido ogni tanto. Spero che il mio esempio faccia riflettere tutti noi, compresi G&C. Il M5S ha bisogno di maturare, e deve darsi un’organizzazione seria per garantirsi un futuro costruttivo e creativo, per evitare che si sgonfi da solo a causa della propria immaturità, ed è stato un peccato vedere ripetere lo stesso errore delle parlamentarie nazionali, cioè il modello talent – stavolta sembra un concorsone pubblico – per selezionare le persone da mandare nell’UE. Speriamo ci sia un serio segnale di cambiamento per il bene del Paese, grazie ancora vi abbraccio, Peppe!

  3. I dati: In totale i candidati erano 5.091 candidati. Hanno votato 35.188 iscritti al Movimento esprimendo 92.877 preferenze. Penso che queste numeri debbano suggerire una riflessione.

  4. […] Marco Bosi, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Parma, è basito. Su facebook si chiede: «Perché questo post ora dopo che si è tentato in tutti i modi di smontare questa polemica, perché?». Gran parte degli attivisti che sostengono da sempre Federico hanno espresso il loro voto favorevole per l’altro candidato parmense, scelto dalla rete: Francesco Rossi. L’altro preferito della frangia di Pizzarotti (che ha raccolto anche l’endorsement di Bosi in rete) è il “critico” Peppe Carpentieri, autore di un lungo post contro alcuni aspetti del duo Grillo e Casaleggio: […]

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